Chiesa di Santa Maria (Bedigliora)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Vai alla navigazione Vai alla ricerca
Chiesa di Santa Maria
StatoSvizzera (bandiera) Svizzera
CantoneTicino
LocalitàBanco
Religionecattolica
TitolareMaria
Diocesi Lugano
Stile architettonicobarocco
Completamento1919

La chiesa di Santa Maria[1] è un edificio religioso barocco che si trova a Banco, nel comune svizzero di Bedigliora. Accanto alla chiesa sorge un cimitero.

La chiesa, da principio dotata di un campanile a vela sostituito fra il 1914 e il 1919 da uno più alto, fu eretta entro il 1352, quando fu menzionata per la prima volta, ma fu successivamente modificata. Fu viceparrocchia fino al 1599, quando le subentrò nel ruolo la chiesa di San Rocco. Nel XV secolo fu realizzato il portale, in stile gotico, decorato con un affreschi cinquecentesco raffigurante la Madonna. Allo stesso periodo risale l'Annunciazione affrescata sul portale laterale sud. Nel 1657, tuttavia, la chiesa fu radicalmente modificata, assumendo l'aspetto attuale. Nella stessa occasione l'aula fu coperta con una volta a botte lunettata. Nel 1841 la chiesa fu rinnovata e nel 1914 le fu aggregata una sagrestia. Nel XX secolo l'edificio fu restaurato quattro volte: nel 1950, nel 1975, nel 1989 e nel 1994.

  • Giovanni Sarinelli, La Diocesi di Lugano. Guida del clero, La Buona Stampa, Lugano 1931, 126.
  • Virgilio Gilardoni, Il Romanico. Catalogo dei monumenti nella Repubblica e Cantone del Ticino, La Vesconta, Casagrande S.A., Bellinzona 1967, 203.
  • Bernhard Anderes, Guida d'Arte della Svizzera Italiana, Edizioni Trelingue, Porza-Lugano 1980, 247-248.
  • Giovanni Maria Staffieri, "Bedigliora", in Malcantone. Testimonianze culturali nei comuni malcantonesi, Lugano-Agno 1985, 38-39.
  • Teodoro Amadò, La parrocchia di Bedigliora: gli edifici sacri, gli economi spirituali e i parroci, in Almanacco Malcantonese e Valle del Vedeggio, Bernasconi, Agno 2000, 85ss.
  • AA.VV., Guida d'arte della Svizzera italiana, Edizioni Casagrande, Bellinzona 2007, 408-409.
  • Redazione, 400 anni in seconda fila e ora le luci della ribalta, in Giornale del Popolo del 7 agosto 2010.

Collegamenti esterni

[modifica | modifica wikitesto]